Centinaia di milioni di euro saranno sprecati dallo Stato sull’autostrada mentre gli imprenditori pianificano lo spostamento del traffico merci su ferrovia escludendo il tratto in pianura.
La notizia, per quanto positiva, ha dell’assurdo: il presidente di Confindustria Ceramica ha dichiarato che starebbe interloquendo con Autobrennero per caricare le merci provenienti dal distretto ceramico e dirette verso il centro Europa su treno… ma soltanto a Verona!
Una scelta positiva, ma che al contempo evidenzia tutta la spregiudicatezza con cui Confindustria Ceramica si è mossa in questi anni sostenendo la necessità di realizzare la Bretella, salvo poi “scoprire” oggi la convenienza del trasporto ferroviario. Se il comparto inizierà realmente (!) a ridurre i quantitativi di merci spostate su gomma per utilizzare la ferrovia (cosa peraltro auspicabile, considerato l’impatto del settore sulla qualità dell’aria del bacino padano), la necessità di nuove strade verrà meno: tutto questo a fronte di uno stanziamento statale di oltre 220 milioni previsto per la Bretella, a cui potrebbero affiancarsi altri 80 milioni per garantirne la gratuità per qualche anno, sempre a spese del pubblico.
Soldi pubblici che potrebbero tranquillamente essere spesi per collegare il distretto allo scalo merci di Marzaglia con l’auspicata ferrovia, inviando le merci direttamente a nord e riducendo il numero di TIR circolanti sulle nostre strade. E invece no, la pianura padana è destinata ad ospitare nuove autostrade, mentre i benefici della riduzione dei mezzi circolanti si vedranno solo da Verona in su.
Non si capisce peraltro perché lo spostamento delle merci tra Sassuolo e Verona dovrebbe avvenire via TIR, mentre la stessa Confindustria prospetta già un collegamento ferroviario diretto Sassuolo-Ravenna per le merci destinate ad essere caricate sulle navi. Perché non proporre lo stesso trattamento anche per le merci dirette a nord?
Di fronte a questi passi verso una mobilità delle merci più sostenibile, la Bretella appare sempre di più come un investimento sbagliato in partenza ed evidentemente inutile anche per chi ne ha sostenuto per decenni la realizzazione. I decisori politici hanno il dovere di intervenire.