Il gas naturale non è compatibile con l’emergenza climatica, anche se estratto con impatti minimi sul territorio da cui viene prelevato. È questa, in sintesi, la posizione di Legambiente sui nuovi pozzi che il Ministero della Transizione Ecologica ha recentemente autorizzato nel territorio dell’Appennino modenese.
Alla luce degli obiettivi climatici, che prevedono il raggiungimento delle emissioni serra nette pari a zero al 2050, e della necessità di ridurre in ogni caso le emissioni di gas serra emessi entro la metà del secolo (ogni tonnellata incrementa già oggi il surriscaldamento del pianeta, con conseguenze sempre più gravi per tutti gli ecosistemi), è evidente che il mantenimento delle attività di estrazione del gas naturale in Appennino è, appunto, una scelta antistorica che si scontra con la necessità di lasciare gli idrocarburi nel sottosuolo: una tradizione del secolo scorso che richiede un ripensamento, innanzitutto, a chi si è incaricato di promuoverla.
Le aree interne dell’Appennino devono essere sostenute in un processo di transizione ecologica, che il Ministero omonimo dovrebbe favorire: ad esempio promuovere il passaggio dal consumo di metano a quello di energia elettrica e parallelamente di creazione di comunità energetiche locali per la produzione di energia da fonti rinnovabili, sostenendo la scelta delle tecnologie più idonee per ogni contesto. La strategia che prevede la prosecuzione dello sfruttamento dei giacimenti presenti sul territorio nazionale, al contrario, non fa altro che rallentare la vera transizione.
Nel caso delle autorizzazioni in questione, ormai rilasciate, occorrerà vigilare sulla realizzazione per controllare che vi siano effettivamente impatti minimi sul territorio, sia in fase di realizzazione degli impianti, sia di estrazione. Inutile dire che dovrà esservi la certezza del ripristino della naturalità dei luoghi al termine delle attività estrattive.
Per quanto riguarda il gas che verrà estratto, l’unica strada possibile a questo punto è quella di compensare le emissioni che verranno prodotte dal suo utilizzo. Un gas che, per citare le parole del sindaco di Lama Mocogno, potrà anche essere chiamato “naturale” nel nome e definito “ecologico” perché proveniente dai cicli naturali delle sostanze chimiche all’interno del nostro pianeta, ma non può essere considerato ambientalmente sostenibile.